martedì 29 aprile 2014

#108 - Finestre accese

Un ultimo sguardo
Chiudi la finestra
E' una giovane primavera
Capelli di cristallo

Sento di averti lasciato il mio libro
Ricordo la danza nella tua stanza
Ti sento cantare in ogni brano
Capelli di cristallo

Chiudi un poco quella finestra
Prima che io mi muova
Non lasciare entrare nessun vento fresco
Niente segni sulla pelle

C'è una forza nella strada che percorro
Come il pallore del tuo sorriso
A volte spento
Come la ceramica che ti copre le membra

Canta il tuo canto
Lasciale pure aperte ore
Le finestre
Mi piace vederle accese quando passo e non ci sei

lunedì 14 aprile 2014

#107 - Bella

E' pomeriggio
E' da tempo che giro questa bassa zona della città
Il solito caffè, il quotidiano, lasciato per la casa e sempre quelle birre
E' pomeriggio, dormi ancora, perché svegliare la bellezza ?

Preferisco il tuo sguardo chiuso nel sonno
Preferisco passare le dita sulla tua pelle di ceramica
Chiara, un soffio di rosso sulle spalle
La caviglia si piega e sfocia nel dorso del piede nudo

Io ti osservo
E non sono forte
Faccio finta di essere ospite
Quando so di essere un'emozione sfinita

Bella
Dormi ancora un po
Il caffè brucia non lo senti per il soffice vento dell'oltretorrente
Sale dal canale, passa le fronde, sento il tuo cuore leggero

Bella
Dormi ancora un po
Lasciati guardare
Spio i tuoi seni, quella coperta non li trattiene

Bella
Dormi ancora un po
Ho letto nel tuoi occhi
Che un giorno finirà


mercoledì 9 aprile 2014

#106 - Carnefice

Quel giorno, Primavera davanti e l'Estate prossima
Con voce seria e segnata
Ti dissi
Puoi amarmi forte come fai e così come essere carnefice

Il tuo sguardo incredulo
Faceva il paio col seno possente
Non ci credevamo
L'uno con l'altra

Bastava vivere quell'amore necessario
Lasciare finestre aperte
La notte di Primavera
Lasciavo il suono dei rapaci tra le fronde e il vento della possibilità

Ti ho sempre lasciato una stanza pulita
Solo disordinata
Un calzino dimenticato come la goccia di sangue sul lenzuolo
La tua bocca calda anche al primo mattino, prima del caffè e di un treno freddo

Osservami e sto uscendo di casa
Mi sembra che sarà sempre così
Fuori oscurità, solo freddo
Un marciapiede e gli alberi con le fronde non bastano a salutare

Dentro il vetro le stelle cadono ancora
Anche senza di te
Non ti accorgi di cosa hai perduto
Non sai che la tua bocca ancora ...

Carnefice
Perché soffrire per l'idea crea poesia
Carnefice
Ha ragione l'amico che mi dice che sei andata via

Allora
Carnefice
Trasforma il tuo essere vile
Nella sera, cala dietro l'orizzonte e sparisci, lascia pulito il mio cielo

Voglio dormire ancora
Dentro le stelle
Dietro le costellazioni dove non ci sei
Lasciami e non parlare, chiudo gli occhi vedo le stelle ancora

venerdì 4 aprile 2014

#105 - Aveva

Nel quadro l'immagine sfuma svanisce
Corre fuori dallo sguardo
Troppo presto per me che guardo
Intravedo, comprendo, un gesto gentile e una voce sottile, elegante

Nel quadro l'immagine mi parla della madre
Nel quadro l'immagine mi dice di un figlio
Corrono via
Fuori dal quadro eppure li ho presenti

Quel quadro non lo mostra ma me lo ricorda
Un gesto gentile, una voce sottile, i modi popolari degli amici semplici
Un ciuffo di barba e la sigaretta come appendice delle labbra gentile
Amico, non sembravi fragile

Poi un giorno, nato dopo la notte
Mi ha mandato il punto che termina il periodo
Ho maledetto me per le mancanze
Ho maledetto la vita che tradisce

Adesso mi alzo, lo dico ancora
Adesso mi alzo e grido
Evviva !!! Sole che bruci, immensa truffa di vita
Brucia e sfuma queste lacrime

Mi manca la voce sottile
Lasciami in ombra

giovedì 3 aprile 2014

#104 - L'albero di Andrea

Andrea corre dalla scuola a casa
Andrea corre sempre
Andrea abbraccia la madre
Un dolce sapore arriva dalla cucina

Mangia svelto
Sorsi d'acqua fresca
Come non avesse mai bevuto
Andrea sente il cuore battere elettrico

Corre, ancora e poi ancora
Nel cortile sterrato
Il Sole picchia duro
Un filo d'ombra nella cantina dello zio

C'è poca luce, il riflesso di un bagno ricavato
Il riflesso nero, freddo, straniero
Di un fucile
Un fucile nel bagno

Andrea scappa via
E ancora corre sempre più forte
Rapido, veloce, paura, terrore
Una sconfitta nel cuore

Allora lo zio è uno di loro
Sente la sua schiena sconfitta
Le spalle fisse a terra
Abbassa lo sguardo sul prato fresco e dolce

Poi il vento porta una voce
E' sacerdote del suo paese
E' Don Mario, quello con i sandali e la tonaca polverosa
La sua voce portata dal vento sembra il canto dentro al silenzio del cuore

Andrea alza la testa
E davanti al Sole potente e caldo
Le foglie verdi smeraldo di un grande albero
Sembra sia l'unico, sulla collina, un presidio della natura viva

Ma le fronde, le foglie e i raggi del Sole
Chiamano gli occhi lontano
Lo sguardo si perde nell'immensità del terreno
E sono cento, mille, enormi e forti

Sono gli alberi
Il fusto dritto
Le foglie risuonano di Sole
Sfidano il silenzio

E allora Andrea
Siede contro l'albero
Si sente più forte del buio del metallo brunito di un fucile
E allora Andrea è forte come il fusto di tutti quegli alberi nello spazio